Le nostre storie: Nassirou
Nassirou ha quasi 14 anni, è non udente e frequenta la seconda elementare. Vive con la famiglia composta da padre, madre, anziana nonna, un fratellino di 8 anni, una sorellina di 4 e due sorelline gemelle di 2 anni, in un contesto rurale alla periferia di Ouagadougou dove un’automobile non riesce ad arrivare per le pessime condizioni della strada, e l’accesso è consentito a carretti trainati da asini, biciclette e motorini. Nel grande cortile che funge anche da ricovero per le capre e le galline, si ergono un paio di abitazioni in argilla e tutto intorno al grande albero di mango che ombreggia l’ingresso del cortile, i campi di mais e di miglio fungono da perimetro a questo contesto abitativo più simile ad un villaggio rurale che alla periferia della capitale.
I fratellini di Nassirou hanno ventri gonfi, infestati da parassiti intestinali. Le due gemelline ancora non camminano e la malnutrizione è evidente in tutti i membri della famiglia, adulti compresi. Nassirou ha lo sguardo triste e all’erta di chi non comprende quanto avviene intorno a lui…ma una certezza l’ha avuta fin da quando era piccino: voleva andare a scuola. Il padre, contadino analfabeta, non riusciva comprendere i gesti e i suoni gutturali di questo figlio “diverso” che si sforzava, a modo suo, di esprimere un desiderio: sedersi nei banchi della scuola dove vedeva entrare bambini con libri, quaderni e pulite uniformi, tutte uguali. Gli anni passavano…Nassirou cresceva e, con una scassata bicicletta rimediata in qualche modo dal padre, percorreva chilometri alla ricerca di un banco, guidato dal sogno delle lettere dell’alfabeto che, simili a una stella cometa, lo conducevano verso quella che sarebbe diventata la sua seconda casa…la Scuola Caleidoscopio. Il Direttore Paul, esperto di comunicazione con i non udenti, è riuscito a tradurre in parole il sogno di Nassirou e a spiegare al padre che cosa l’alfabetizzazione significa per il figlio. E Kibarè ha trovato, in Italia, una persona che ha condiviso il sogno di un adolescente burkinabè. Adesso Nassirou ha il suo banco, ha tanti amici e compagni di scuola, parecchi dei quali non udenti come lui. Ha imparato il linguaggio dei segni, comunica con gli altri e impara. Scrive sui tanto agognati quaderni e fa i calcoli sulle lavagnette. E’ quasi felice…e all’occorrenza un timido sorriso compare sul suo viso serio.